APPROFONDIMENTI

Tutti sanno cos'è un giardino e tutti pensano di sapere cosa significhi "healing" in riferimento ai giardini: in questo modo, a volte, è difficile intendersi. Infatti, un giardino può essere "healing":
  1. perché è connesso ad una struttura sanitaria,
  2. oppure perché in qualche modo aiuta il processo di guarigione,
  3. o addirittura perché è parte attiva di un vero e proprio processo di cura,
  4. oppure può essere “healing” perché è esso stesso un luogo dove si cura.
Per meglio intendere il significato di "healing garden", è utile prima definire il significato della parola "salute". Probabilmente tutti sono concordi sul fatto che il concetto di "salute" è legato fortemente alla "assenza di malattia". Ma è sufficiente? E' sufficiente non essere malati per stare bene? Penso che tutti possano rispondere "no, non è sufficiente". Per cercare di dirimere la questione, ci viene incontro la World Health Organization - WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS), che definisce la salute come "uno stato di complessivo benessere fisico, mentale, e sociale e non solo assenza di malattia o infermità" (WHO, 1948). Tale definizione appare molto chiara e lungimirante, anche se spesso ancora non “applicata”.
I punti di forza sono due:
  1. non è solo questione di assenza di malattia;
  2. non è solo una questione fisica.
Il concetto di salute così espresso appare estremamente "innovativo", ponendo l'accento sull'uomo nel suo complesso. E' un cambiamento culturale in atto, da molti riconosciuto, caratterizzato dal passaggio dalla "cura della malattia" alla "cura della persona", dal vedere l'uomo come un "corpo" al vederlo come una "vita" (from bodies to lives), dal considerare la persona come un paziente al considerare il paziente come una persona (from “Person-as-a-patient” to “Patient-as-a-person”)
 
Visto in questo quadro, il concetto di "healing garden" è perfettamente congruente con la definizione di "salute" data dall'OMS. "Healing" può quindi essere inteso come un processo che promuove il benessere generale (Cooper Marcus & Barnes, 1999): è importante che la malattia venga curata (da un punto di vista clinico), ma è anche importante poter sperimentare di "sentirsi bene" (Stigsdotter & Grahn, 2002). In tale processo, come è ormai evidente, il contesto della cura è fondamentale: le moderne strutture sanitarie sono progettate quasi esclusivamente per il trattamento delle malattie, ma la qualità dell'ambiente progettato è in diretta relazione con la salute.
 
Quindi, un healing garden è uno spazio esterno (e talvolta un’area verde interna) appositamente progettato per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, i cui benefici possono essere ottenuti attraverso una esperienza di tipo passivo (guardare o stare in un giardino) e/o un coinvolgimento attivo nel e con il giardino (giardinaggio, terapia riabilitativa e altre attività). Il punto chiave è quindi la progettazione.
 
Una volta appurato che il nodo chiave è la progettazione, deve essere chiaro per chi devono essere progettati gli "healing gardens".
Innanzitutto ci sono i pazienti delle strutture di cura e gli ospiti delle strutture socio-assistenziali. Questi sono gli utenti principali degli healing gardens: sono persone deboli, che soffrono, e richiedono uno sforzo progettuale che rispetti profondamente questa sofferenza. Presentano caratteristiche diversissime per età, patologia e abilità, nonché stato psico-sociale, e quindi richiedono una progettazione "paziente-specifica": è necessario che il progettista ogni volta faccia lo sforzo di ri-apprendere per chi sta progettando, cercando di applicare i principi degli healing gardens a quel caso specifico (è evidente a tutti che un giardino per un ospedale pediatrico potrà essere diverso da quello per un centro Alzheimer). Un'altra diversità risiede nel tempo che i pazienti/ospiti passano nella struttura di cura: si va dal "per sempre" delle RSA, ai giorni/mesi degli ospedali, alle ore nel caso di esami/visite ambulatoriali. In modo particolare ci si dimentica spesso di coloro che entrano nelle strutture di cura solo per fare una visita diagnostica (magari non sono malati, sono in attesa di una diagnosi che temono essere infausta) o una terapia che non richiede il ricovero: vivono il luogo di cura per un tempo limitato e spesso non continuativo, ma spesso rappresentano un grande numero di utenti.
 
Ma i pazienti (o gli ospiti) non sono gli unici "utenti" dei luoghi della salute: ci sono anche i loro familiari e amici. Tutti coloro che hanno un proprio caro che sta soffrendo sono per forza coinvolti (a diverso livello e in diverso grado) con questa sofferenza: si pensi ai genitori di bambini colpiti dal cancro o ai figli di genitori ricoverati in Residenze Socio-Assistenziali (magari malati di Alzheimer); quale carico psicologico devono portare, quali livelli di stress devono gestire. Il rapporto con la natura, con i suoi cicli "vitali", con i suoi simbolismi, contribuisce ad alleviare stress e preoccupazioni.
 
Infine, ma non meno importanti, nei luoghi della salute ci sono tutti coloro che sono lì a lavorare (medici, infermieri, e altro personale) e che, a vario titolo e grado, hanno "a che fare" con la malattia e la sofferenza di pazienti e ospiti. Sono persone che spesso devono vivere a stretto e prolungato contatto con la sofferenza (e anche la morte) altrui, che spesso sperimentano un senso di frustrazione e impotenza, che si fanno carico di aspettative e speranze che non sempre possono portare. I livelli di stress a cui sono sottoposti sono elevatissimi ed incidono sulla loro qualità della vita e sul loro lavoro, causando un peggioramento del livello di qualità e dell'efficacia del lavoro, nonché una minore qualità del rapporto verso i pazienti.
 
La molteplicità degli utenti potenziali degli healing gardens implica, da una parte, che gli spazi debbano essere progettati in modo differenziato, dall'altra, che si debbano progettare tutti i diversi spazi aperti disponibili: in una struttura di cura gli healing gardens non solo sono diversificati, ma si trovano in posizioni diverse rispetto all’edificio.
 
[Tratto da: Senes G., Toccolini A., 2013, "Healing Gardens: le aree verdi per il benessere dell'uomo" in Zerbi M.C., Breda M.A. (Eds.), "Rinverdiamo la città. Parchi, orti e giardini", Giappichelli, Torino, ISBN 978-88-3488881-0.]
 
Bibliografia citata
- Cooper Marcus C., Barnes M., (Eds.), 1999. Healing gardens: Therapeutic benefits and design recommendations. New York: John Wiley & Sons.
- Stigsdotter U.A., Grahn P., 2002. What makes a Garden a Healing Garden? Journal of Therapeutic Horticulture, 13, 60-69.
- WHO, 1948. “Preamble to the Constitution of the World Health Organization” as adopted by the International Health Conference, New York, 19-22 July, 1946; signed on 22 July 1946 by the representatives of 61 States (Official Records of the World Health Organization, no. 2, p. 100) and entered into force on 7 April 1948.
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RICERCHE

Di seguito alcune delle recenti ricerche svolte dal gruppo coordinato dal Prof. Senes:
  • Studio relativo alle aree verdi e degli spazi esterni del Nuovo Ospedale Pediatrico Al Jalila di Dubai;
  • Studio relativo all’Healing Garden della terrazza dell’Istituto Nazionale dei Tumori (Milano);
  • Studio relativo alle aree verdi annesse alla struttura della Casa di Cura privata del Policlinico (Milano) dedicate ad healing gardens ed ortoterapia;
  • Studio relativo all’Healing Garden della Residenza Socio-Assistenziale Famagosta (Milano);
  • Studio relativo alla Valutazione degli healing gardens delle 67 RSA di Milano e hinterland (in collaborazione con ASL Milano);
  • Studio di Post Occupancy Evaluation del Giardino per Alzheimer del Centro Diurno Integrato Girasole di Chiavenna (Sondrio) progettato dall’Arch. Monica Botta;
  • Studio di Post Occupancy Evaluation e proposte progettuali per gli healing gardens della "Fondazione E. Germani";
  • Progetto "Orto-Giardino", per l’associazione Cascina San Vincenzo (Concorezzo, MI): progetto di ricerca su Horticultural Therapy per bambini autistici;
  • Progetto “Healing Gardens” per l’Ospedale San Carlo Borromeo (Milano);
  • Progetto “Città della Salute e della Ricerca nel Comune di Sesto San Giovanni”, consulenza alla progettazione relativa agli healing gardens;
  • Progetto di healing gardens e horticultural therapy presso la Fondazione Biffi – RSA Villa Antonietta di Milano;
  • Progetto di horticultural therapy presso la RSA Saccardo di Milano;
  • Progetto di horticultural therapy presso la RSA Ippocrate di Milano.
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REALIZZAZIONI

Riportiamo di seguito alcuni esempi di Healing Gardens in Italia e nel resto del mondo.
Se vuoi puoi segnalare:
IL TUO HEALING GARDEN.......

Italia

Ospedaliera San Carlo Borromeo
Milano
Giardino degli abbracci

RSA Saccardo
Milano
Residenza per anziani

Casa protetta Cisa (Centro integrato servizi anziani)
Mirandola, Modena
Giardino Alzheimer

Resto del Mondo

Alta Bates Madical Center, Ashby Campus
Berkeley, CA, USA
Giardino sul tetto
www.altabates.org

California Pacific Medical Center
San Francisco, CA, USA
Ospedale universitario
www.cpmc.org

Cardinal Cooke Health Care Center
New York, NY, USA
AIDS
Giardino sul tetto
Dirtworks, Inc., David Kamp, ASLA

Children's Hospital and Health Center
San Diego, CA, USA
Ospedale per bambini
www.chsd.org

Homewood Health Center
Guelph Ontario, Canada
Ospedale psichiatrico
Giardino con labirinto
www.homewoodhealth.com

Kaiser Permanent Medical Center
Walnut Creek, CA, USA
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BIBLIOGRAFIA

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